martedì 25 ottobre 2011

Fulvio Passananti. Nove mesi di vita rubata dalla (in)giustizia italiana.

Cari amici, quella che vi propongo oggi è una storia triste, e purtroppo vera, in questa solita Italia. E' la storia di un uomo innocente, a cui hanno rubato il tempo, la dignità, e la vita. Arrestato con l'accusa di rapina aggravata, Fulvio Passananti ha trascorso gli ultimi nove mesi tra le sbarre, lontano dai suoi affetti...
Vi riporto di seguito uno dei tanti articoli sulla vicenda, quello che a mio avviso  maggiormente illustra i fatti da un punto di vista più umano.

Fonte: Il gazzettino

Monica Andolfatto
Giustizia è fatta. Linferno è finalmente finito. A parlare è Lucio Passannanti, figlio di Fulvio, il cinquantenne napoletano, residente a Robegano, che il tribunale di Venezia, laltro ieri ha assolto dallaccusa di rapina aggravata. I carabinieri lo avevano arrestato lo scorso 24 gennaio indicandolo quale autore dellassalto col taglierino allOro Trade di Chirignago, messo a segno cinque giorni prima, e che aveva fruttato un bottino di 1.200 euro.
Mio papa si e sempre dichiarato innocente e per questo si e sempre rifiutato di patteggiare. "Piuttosto mi faccio nove anni di galera" mi aveva detto fra le lacrime quando a marzo sono riuscito finalmente a fargli visita in carcere. In cella ce stato nove mesi. "Il fatto che ho dei precedenti non vuol dire che sono per forza un delinquente" ripeteva. Quel giorno a quellora era a un colloquio di lavoro alla Zincol di Noale. Ma nessuno ha voluto verificare e nemmeno
controllare i tabulati del cellulare. Perche? A inchiodarlo, allora, - continua Lucio - fu il riconoscimento della commessa, a scagionarlo la stessa donna che già a settembre aveva inviato, tramite il suo avvocato, un fax al difensore di papa dicendo che si era confusa. Gia in sede di denuncia cerano delle palesi contraddizioni: si parlava di un malvivente mancino mentre papa è destromane. Come si puo rimanere vittima di un errore giudiziario tanto terribile? Perche questa sorta di accanimento contro papa?. Lucio non ha mai creduto alla colpevolezza del padre, finito in cella in passato per furto: Sono il primo ad ammettere che non e uno stinco di santo. E la tossicodipendenza, ora superata, ci ha creato non pochi problemi. Lho odiato, lo ammetto. Ma quando ha deciso di trasferirsi in Veneto nel 2004 per dare una svolta definitiva alla sua esistenza, lho apprezzato. Ha trovato una compagna con la quale ha avuto una bimba, poi la relazione purtroppo è finita. E una persona buona, vulnerabile. Sola. Che ha la colpa di aver sbagliato e per questo con la vita deve combattere ogni giorno. Adesso lunica cosa importante - conclude Lucio - e che lui sia tornato a essere un uomo libero al quale è stata restituita dignita e credibilita. Ma l'amarezza per lintera vicenda è tanta. Ora è da noi a Napoli, è tornato a casa.

Le discrepanze, e gli interrogativi sono troppi. Prima tra tutti la superficiale e approssimativa facilità con cui i carabinieri hanno accusato e arrestato quest'uomo, ignorando certe incongruenze nei fatti e, più grave ancora, rifiutando di indagare a fondo in questioni che lo avrebbero immediatamente scagionato (ancora da "il gazzettino": ≪Si indaga sull'operato dei carabinieri≫).
Possibile che i precedenti di quest'uomo siano bastati per stilare una così determinante accusa? Possibile che un errore commesso in passato, nonchè ripagato, possa essere una così scontata scusa, tale da giustificare il suo arresto?
Non è un tantino incostistuzionale?
La storia è talmente assurda, da indurre a strani pensieri... Che quest'uomo fosse scomodo per qualcuno??? E' solo un ipotesi certo, buttata giù tra le righe, nessuno potrà accusarmi per questo... forse... (Oddio alla luce di tale vicenda, tutto può succedere). Fatto sta che a causa di gravissimi errori, accidentali o voluti, un essere umano è stato privato per nove mesi dei suoi diritti di uomo libero. E nonostante oggi sia stato finalmente scagionato, nessuno potrà ripagarlo del tempo toltogli, di quei nove mesi, pregni di sofferenza. Nessuno potrà ripagarlo neanche per quella straziante condizione di impotenza, di fronte alla propria, indimostrabile, consapevolezza di innocenza. La tristezza della solitudine, la lontananza dalle persone care, il dolore recato alle stesse, sono circostanze che possiamo solo lontanamente immaginare...
Per cui vorrei concludere augurando a questa persona tutto il bene possibile, con la speranza che possa venir fuori da quest'abietta storia con più forza di prima, e ricominciare con la gioia e la consapevolezza di aver lottato, e aver vinto la propria battaglia.

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